di Roberto Omini
Fonte:Controcampo Blog
© Milanow
Da Van Basten alla coppia Tassotti-Galli. Da Costacurta a Mazzarri. C’è dell’altro, all’orizzonte? Quello del Milan –l’orizzonte- si dice sia appena spostato a due passi da Milan, c’è Atalanta-Milan crocevia –così pare- di scelte obbligate: tenere Leonardo o affidarsi a un uomo nuovo. Ma quale sarebbe il senso di un ribaltone dopo quaranta giorni di calcio giocato? Perché il Milan dovrebbe rinnegare una scelta meditata, condivisa (da Berlusconi e da Galliani), e pure difficile come quella di Leonardo, che a primavera aveva oltrepassato Van Basten nella lista dei gradimenti societari?
In queste ore, Galliani sparge parole che possano spegnere fuochi e tensioni, di continuità e non di bruschi mutamenti: a queste ci si attiene anche se poi, svoltato l’angolo, fioriscono inevitabili e varie ipotesi, e lo sguardo verso la sfida con l’Atalanta si riempie di inquietudini. Ma questa di Galliani è la realtà dei pensieri milanisti, molto distanti dalla smania o dalla necessità di cambiare, perché Leonardo-allenatore non è una scommessa da vincere/perdere, ma una strada da percorrere: a lungo.
E così il bivio da affrontare è questo: Leonardo era, è e deve restare alla guida del Milan, dando al tecnico il tempo di aggiustare la squadra e alla squadra di smaltire il grande malanno di stagione, che è il dover fare senza Kakà, il fenomeno-Kakà che semplificava la vita di allenatore e compagni. E solo Leonardo potrà e dovrà dire eventualmente basta, non me la sento, non è il mio ruolo, e queste sono sensazioni sue, motivazioni e orgoglio e quant’altro: qualcosa di sospetto emerge, in tal senso, ma non fino al punto di imminenti, e fatali, dimissioni.
In queste ore, Galliani sparge parole che possano spegnere fuochi e tensioni, di continuità e non di bruschi mutamenti: a queste ci si attiene anche se poi, svoltato l’angolo, fioriscono inevitabili e varie ipotesi, e lo sguardo verso la sfida con l’Atalanta si riempie di inquietudini. Ma questa di Galliani è la realtà dei pensieri milanisti, molto distanti dalla smania o dalla necessità di cambiare, perché Leonardo-allenatore non è una scommessa da vincere/perdere, ma una strada da percorrere: a lungo.
E così il bivio da affrontare è questo: Leonardo era, è e deve restare alla guida del Milan, dando al tecnico il tempo di aggiustare la squadra e alla squadra di smaltire il grande malanno di stagione, che è il dover fare senza Kakà, il fenomeno-Kakà che semplificava la vita di allenatore e compagni. E solo Leonardo potrà e dovrà dire eventualmente basta, non me la sento, non è il mio ruolo, e queste sono sensazioni sue, motivazioni e orgoglio e quant’altro: qualcosa di sospetto emerge, in tal senso, ma non fino al punto di imminenti, e fatali, dimissioni.
0 commenti:
Posta un commento