di Bruno LonghiPerdere contro le piccole, senza alcuna nobilta’ calcistica, fa malissimo. Ancor di piu’ se l’evento si celebra al cospetto dei propri tifosi. Ne sa qualcosa il Milan, uscito malconcio dalla sfida con i volenterosi giovanotti dello Zurigo. Ma non è un inedito e nemmeno l’ultimo di una serie di risultati sorprendentemente (e negativamente) inattesi.Ricordare il gol di Paak-Doo Ik contro la Corea del Nord nel’66 o le malefatte di Moreno contro quella del Sud nel 2002, è esercizio di puro masochismo. Ma in questa sede ci dedichiamo ai club, e alle loro eurodisavventure casalinghe. Chi piu’ ne ha, piu’ ne metta. Nessuno escluso. L’Inter del Trap non puo’ assolutamente dimenticare lo 0-1 di San Siro contro gli sconosciuti finlandesi del Turun Palloseura, quella di Hodgson l’identico risultato sofferto in casa contro il piccolo Lugano e quella di Lippi la clamorosa eliminazione subita per mano degli svedesi dell’Helsinborg a San Siro nel preliminare di Champions League.
Fonte: Controcampo blog
© Milanow
Perdere non fa mai bene
Lo stesso Milan, prima di incappare nel colpo di tacco di Tihinen, aveva vissuto altri momenti disperatamente indimenticabili. Come quell’inatteso 0-1 sempre a San Siro, firmato dal gol di Duda, che costo’ai rossoneri l’eliminazione al primo turno della coppa dei Campioni 79/80 contro il Porto, dopo il pareggio a reti bianche dell’andata. Ma nessuno, in quella sera di settembre, sospettava che i tentacoli del calcioscommesse avevano già cominciato ad avvinghiarsi drammaticamente al mondo del pallone.Cinque anni piu’ tardi i rossoneri avrebbero chiuso il loro piccolo ciclo europeo con un inopinato 1-2 casalingo contro i belgi del Waregem, mentre il 4 dicembre del ’99-in coincidenza del ritorno di Sacchi in panchina-avrebbero detto addio alla Champions League, battuti a San Siro, con identico punteggio, dai norvegesi del Rosenborg.
A differenza delle milanesi, la Juventus non ha di queste macchie da cancellare. Perché un’eliminazione patita contro il Real, il Barcellona, l’Ajax o il Manchester United, puo’ rientrare nel corso naturale degli eventi. Amarissima fu comunque la delusione patita dai tifosi bianconeri, al Comunale , la notte del 23 aprile dell’80, quando un gol di Vaessen quasi allo scadere schiuse all’Arsenal, diretto magistralmente in campo da Liam Brady, le porte della finale della Coppa delle Coppe che i bianconeri sentivano orami loro alla luce dell’1-1 di Highbury.
Il calcio sa regalare notti magiche e notti…tragiche. Come quando si perde un’eurofinale nel proprio stadio. Ne sa qualcosa l’Inter battuta ai rigori a San Siro dallo Schalke 04 nella gara che assegnava l’Uefa 1997. Ne sa qualcosa la Roma, sconfitta nella notte del 30 maggio del 1984, sempre ai rigori, dal Liverpool nella finale della Coppa dei Campioni: le moine di Grobbelaar, le sue gambe tremolanti, i tiri sbagliati dal dischetto, mandarono in frantumi il progetto di un’intera citta’ pronta da giorni a celebrare il trionfo.
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