di Davide Ortalda
Fonte:sportmediaset.it
Martedì il Milan riprende il lavoro a Milanello portandosi dietro gli strascichi del derby rovinosamente perso con l'Inter. A distanza di 48 ore, tiene ancora banco la vicenda del mancato cambio tra Seedorf e Gattuso che ha portato all'espulsione dell'azzurro. Adriano Galliani ha chiesto a Leonardo una dettagliata relazione su quanto esattamente successo in campo: sul banco degli imputati, oltre ai due giocatori, c'è anche lui.
La gestione dell'emergenza-Gattuso, i cambi operati prima dell'inizio della ripresa e un filo di confusione di troppo nelle scelte tattiche hanno infatti proiettato le prime ombre sul tecnico, che chiaramente paga l'inesperienza e -forse- anche un rapporto allenatore-giocatore tutto da costruire specie con i "senatori" abituati ai metodi di Ancelotti e reduci da anni di gloria. Uno di questi è proprio Clarence Seedorf, del quale, al di là dei malintesi, si continua a non capire la scelta di presentarsi in maglietta d'allenamento e senza scarpini da gioco in panchina. L'olandese si sarebbe giustificato con qualche compagno particolarmente arrabbiato dicendo che pensava di essere impiegato solo nel secondo tempo e che, a causa dei problemi che accusa a un polpaccio, aveva bisogno di un riscaldamento lungo e particolareggiato. Ma il sospetto che Seedorf, noto per la sua forte personalità, abbia -seppure in buona fede- tenuto un comportamento fin troppo autogestito è forte. E la società vuole sapere, così come vuole sapere da Gattuso quali erano le sue reali condizioni al momento dell'infortunio vero e proprio, occorso al 18' del primo tempo: "Ringhio", seguendo la sua personalità, ha voluto forzare creando indirettamente un danno alla squadra e a se stesso (distorsione alla caviglia, almeno 20 giorni di stop). Altro esempio di autogestione e altro errore. Il "processino" rossonero, con tutta probabilità, si chiuderà ad ogni modo con un'assoluzione generale. Non è il momento, sicuramente, per alimentare tensioni parallele alle difficoltà sul campo. La chiusura del caso, però, sarà accompagnata da una diffida per tecnico e senatori: Leonardo deve decidere, i giocatori devono collaborare e ottemperare. Anche se i colori storici del movimento sono il rosso e il nero, l'anarchia non è molto amata in Via Turati.
La gestione dell'emergenza-Gattuso, i cambi operati prima dell'inizio della ripresa e un filo di confusione di troppo nelle scelte tattiche hanno infatti proiettato le prime ombre sul tecnico, che chiaramente paga l'inesperienza e -forse- anche un rapporto allenatore-giocatore tutto da costruire specie con i "senatori" abituati ai metodi di Ancelotti e reduci da anni di gloria. Uno di questi è proprio Clarence Seedorf, del quale, al di là dei malintesi, si continua a non capire la scelta di presentarsi in maglietta d'allenamento e senza scarpini da gioco in panchina. L'olandese si sarebbe giustificato con qualche compagno particolarmente arrabbiato dicendo che pensava di essere impiegato solo nel secondo tempo e che, a causa dei problemi che accusa a un polpaccio, aveva bisogno di un riscaldamento lungo e particolareggiato. Ma il sospetto che Seedorf, noto per la sua forte personalità, abbia -seppure in buona fede- tenuto un comportamento fin troppo autogestito è forte. E la società vuole sapere, così come vuole sapere da Gattuso quali erano le sue reali condizioni al momento dell'infortunio vero e proprio, occorso al 18' del primo tempo: "Ringhio", seguendo la sua personalità, ha voluto forzare creando indirettamente un danno alla squadra e a se stesso (distorsione alla caviglia, almeno 20 giorni di stop). Altro esempio di autogestione e altro errore. Il "processino" rossonero, con tutta probabilità, si chiuderà ad ogni modo con un'assoluzione generale. Non è il momento, sicuramente, per alimentare tensioni parallele alle difficoltà sul campo. La chiusura del caso, però, sarà accompagnata da una diffida per tecnico e senatori: Leonardo deve decidere, i giocatori devono collaborare e ottemperare. Anche se i colori storici del movimento sono il rosso e il nero, l'anarchia non è molto amata in Via Turati.
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