
di Milanow Redazione
© Milanow
Nella seconda giornata di Champions clamorosa sconfitta per 1-0 del Milan a San Siro contro lo Zurigo. Rossoneri sfortunati e puniti da un colpo di tacco di Tihinen nel primo tempo. Palo di Zambrotta al 95'. Nell'altra gara del girone vittoria per 3-0 del Real Madrid sul Marsiglia.
Pareggio senza reti invece della Juventus contro il Bayern Monaco. Successo 1-0 del Bordeaux contro il Maccabi nell'altro incontro del gruppo A.
Martedì il pareggio in terra russa per l'Inter: i nerazzurri hanno chiuso sull'1-1 la sfida con il Rubin Kazan. Grande vittoria, invece, per la Fiorentina, che al "Franchi" ha steso il Liverpool per 2-0 grazie ad un eccellente match impreziosito dalla doppietta di Jovetic.
Pareggio senza reti invece della Juventus contro il Bayern Monaco. Successo 1-0 del Bordeaux contro il Maccabi nell'altro incontro del gruppo A.
Martedì il pareggio in terra russa per l'Inter: i nerazzurri hanno chiuso sull'1-1 la sfida con il Rubin Kazan. Grande vittoria, invece, per la Fiorentina, che al "Franchi" ha steso il Liverpool per 2-0 grazie ad un eccellente match impreziosito dalla doppietta di Jovetic.
"Non ho alcuna paura di bruciarmi, non penso al mio futuro ma a quello della squadra, non farò questo mestiere per sempre e nessuno mi ha costretto a sedermi su questa panchina". Negli spogliatoi del Meazza, dove già il clima è surreale quanto in campo, Leonardo ripete questi concetti come una sorta di mantra, e nelle poche parole rilasciate ai cronisti Adriano Galliani si preoccupa di puntellarne la posizione. Tuttavia la situazione inizia a farsi davvero pesante, ed uno scossone, quale che ne sia la natura, diventa ora irrinunciabile.
Domenica il Milan è di scena a Bergamo, poi ci sarà la sosta per la Nazionale che permetterà di lavorare con maggiore calma, e nel caso di prendere decisioni importanti senza frenesia. Al momento, vista anche la figura di perfetto aziendalista di Leonardo, sembra difficile che il Milan possa sconfessare fin da subito il progetto iniziale (tanto più quando si tratta di sconfessare le scelte di Berlusconi). Tuttavia qualcosa deve cambiare velocemente, perchè quello del Milan non sembra il classico passaggio a vuoto, bensì una profonda crisi tecnica, tattica e atletica della quale non si intravede minimamente la fine.
Come ampiamente prevedibile, i rossoneri pagano le sciagurate scelte societarie degli ultimi due/tre anni, allorchè si è sempre rimandata la necessaria rifondazione con l'unico risultato di aumentare continuamente il numero di giocatori da cambiare. Il risultato è che oggi la squadra ha non più di quattro elementi su cui puntare anche per il futuro, evidenziando un logorio allarmante nel suo insieme. Il finale di gara con lo Zurigo dimostra che non è la condizione atletica a mancare; il Milan non corre perchè è una squadra logora, spremuta, da cui è difficile cavare ancora qualcosa, ancor di più se i talenti tecnici come Pato vengono risucchiati dal clima di generale depressione.
In più l'allenatore, che ha goduto fino ad oggi di un'immagine universalmente apprezzata anche e soprattutto per le ottime intuizioni da dirigente, non sembra essere riuscito a dare un'impronta alla squadra, che non ha nè capo nè coda anche sul piano puramente tecnico-tattico. Così inevitabilmente è ora lui a finire sulla graticola, perchè quando serve uno scossone non c'è nulla di più facile e immediato che cambiare l'allenatore. Il primo scossone, tuttavia, potrebbe provare a darlo proprio Leonardo cambiando modulo e passando al 4-4-2, senza più trequartista e con Abate largo a destra, visto che paradossalmente il giovane ex granata è l'unico, ma proprio l'unico, a cambiare passo alla manovra.
Del resto Leonardo, oltre a godere a priori della fiducia della società, ha tutte le attenuanti del caso; è stato sostanzialmente catapultato sulla panchina milanista per la situazione d'emergenza venutasi a creare dopo la "cacciata" di Ancelotti, e non ha potuto cambiare pelle al Milan come avrebbe voluto visto che aveva chiesto Dzeko e due terzini veloci (Cissokho e De Silvestri) e la società ha risposto picche. Così ha scelto la continuità insistendo sul rombo, ma una squadra che già da due anni evidenziava tutti i pripri limiti e che aveva due ciambelle di salvataggio nel talento di Kakà e nell'esperienza di Ancelotti, oggi non può pensare di stare a galla per grazia ricevuta.
Domenica il Milan è di scena a Bergamo, poi ci sarà la sosta per la Nazionale che permetterà di lavorare con maggiore calma, e nel caso di prendere decisioni importanti senza frenesia. Al momento, vista anche la figura di perfetto aziendalista di Leonardo, sembra difficile che il Milan possa sconfessare fin da subito il progetto iniziale (tanto più quando si tratta di sconfessare le scelte di Berlusconi). Tuttavia qualcosa deve cambiare velocemente, perchè quello del Milan non sembra il classico passaggio a vuoto, bensì una profonda crisi tecnica, tattica e atletica della quale non si intravede minimamente la fine.
Come ampiamente prevedibile, i rossoneri pagano le sciagurate scelte societarie degli ultimi due/tre anni, allorchè si è sempre rimandata la necessaria rifondazione con l'unico risultato di aumentare continuamente il numero di giocatori da cambiare. Il risultato è che oggi la squadra ha non più di quattro elementi su cui puntare anche per il futuro, evidenziando un logorio allarmante nel suo insieme. Il finale di gara con lo Zurigo dimostra che non è la condizione atletica a mancare; il Milan non corre perchè è una squadra logora, spremuta, da cui è difficile cavare ancora qualcosa, ancor di più se i talenti tecnici come Pato vengono risucchiati dal clima di generale depressione.
In più l'allenatore, che ha goduto fino ad oggi di un'immagine universalmente apprezzata anche e soprattutto per le ottime intuizioni da dirigente, non sembra essere riuscito a dare un'impronta alla squadra, che non ha nè capo nè coda anche sul piano puramente tecnico-tattico. Così inevitabilmente è ora lui a finire sulla graticola, perchè quando serve uno scossone non c'è nulla di più facile e immediato che cambiare l'allenatore. Il primo scossone, tuttavia, potrebbe provare a darlo proprio Leonardo cambiando modulo e passando al 4-4-2, senza più trequartista e con Abate largo a destra, visto che paradossalmente il giovane ex granata è l'unico, ma proprio l'unico, a cambiare passo alla manovra.
Del resto Leonardo, oltre a godere a priori della fiducia della società, ha tutte le attenuanti del caso; è stato sostanzialmente catapultato sulla panchina milanista per la situazione d'emergenza venutasi a creare dopo la "cacciata" di Ancelotti, e non ha potuto cambiare pelle al Milan come avrebbe voluto visto che aveva chiesto Dzeko e due terzini veloci (Cissokho e De Silvestri) e la società ha risposto picche. Così ha scelto la continuità insistendo sul rombo, ma una squadra che già da due anni evidenziava tutti i pripri limiti e che aveva due ciambelle di salvataggio nel talento di Kakà e nell'esperienza di Ancelotti, oggi non può pensare di stare a galla per grazia ricevuta.
Milan vs Zurigo sintesi:
0 commenti:
Posta un commento