di Davide Ortalda
Fonte:Virgilio Sport
© Milanow
La"mission" aziendale che per anni ha retto la filosofia di gioco del Milan, improntata sul controllo possesso palla, può e deve avere alternative di diverso stampo; l'ultima vittoria contro la Roma in campionato, e ancor più l'impresa del Bernabeu in Champions League, dimostrano che questo Milan, tecnicamente ridimensionato dalle scelte societarie e agonisticamente logorato da anni di successi, può trovare la quadratura del cerchio sul piano tattico solo se prende atto, anche nell'atteggiamento in campo, che i bei tempi della grandeur berlusconiana sono finiti.
Il controllo del gioco ad ogni costo, come da imprinting presidenziale fin dai tempi di Sacchi e che tanta gloria ha regalato ai colori rossoneri, va ora sostituito con un più prosaico atteggiamento tradizionalmente da "provinciale", fatto di attesa e, perchè no, di sano contropiede. Perchè oltre allo spirito battagliero giustamente sottolineato da Leonardo, questa squadra ha tremendamente bisogno di spazi, e più di tutti ne ha bisogno la sua punta di diamante Pato.
Fatta la tara di un Real Madrid che ha dato una grossa mano al Milan allineandosi ai ritmi balneari tipici dei rossoneri, il secondo tempo del Bernabeu dimostra che con una squadra più raccolta, senza dover per forza di cose rinunciare alla qualità a centrocampo, può coprire parecchie magagne sul piano del dinamismo, che fa cronicamente difetto al Diavolo. E il recupero di Borriello, che a differenza di Huntelaar sa "sportellare" in attacco agevolando gli inserimenti dei centrocampisti e l'allargamento di Pato, può essere un ulteriore valore aggiunto. Non è un caso che il Papero sia tornato a segnare, dopo Siena, proprio con l'ex genoano al centro dell'attacco.
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